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Dolore al gomito: cause comuni, sintomi, trattamento e quando consultare un medico

Il dolore al gomito rappresenta una problematica molto diffusa che può compromettere significativamente le attività quotidiane e lavorative. Questa articolazione complessa, che permette movimenti di flessione, estensione e rotazione dell’avambraccio, è particolarmente soggetta a sollecitazioni ripetitive e traumi che possono causare diverse patologie.

L’epicondilite, comunemente conosciuta come “gomito del tennista” o “gomito del golfista”, rappresenta una delle cause comuni più frequenti di dolore in questa sede. Comprendere i sintomi caratteristici, conoscere le opzioni di trattamento disponibili e sapere quando consultare un medico è essenziale per gestire efficacemente questo disturbo.

Anatomia del gomito e meccanismi del dolore

Il gomito è formato dall’articolazione di tre ossa: omero, radio e ulna. Questa complessa struttura anatomica è stabilizzata da legamenti, capsule articolari e numerosi tendini che si inseriscono sulle prominenze ossee chiamate epicondili. I muscoli dell’avambraccio si inseriscono su queste strutture attraverso tendini che possono essere soggetti a infiammazione e degenerazione.

Il dolore al gomito può originare da diverse strutture: tendini, legamenti, cartilagine articolare, osso o nervi che attraversano la regione. La comprensione dell’anatomia è fondamentale per identificare correttamente la causa del dolore e pianificare il trattamento più appropriato.

Cause comuni del dolore al gomito

Le cause comuni del dolore al gomito sono diverse e spesso correlate a movimenti ripetitivi, traumi o patologie degenerative che interessano le varie strutture anatomiche di questa articolazione complessa.

Epicondilite laterale (gomito del tennista)

L’epicondilite laterale rappresenta la causa più frequente di dolore al gomito, interessando i tendini estensori del polso e delle dita che si inseriscono sull’epicondilo laterale dell’omero. Questa condizione non colpisce esclusivamente i tennisti, ma può interessare chiunque esegua movimenti ripetitivi di estensione del polso.

Le attività che predispongono all’epicondilite laterale includono l’uso prolungato di mouse e tastiera, lavori manuali che richiedono presa salda, attività sportive con racchetta e movimenti ripetitivi di avvitamento. La degenerazione del tessuto tendineo, più che una vera infiammazione, caratterizza questa patologia.

Epicondilite mediale (gomito del golfista)

L’epicondilite mediale colpisce i tendini flessori del polso e delle dita che si inseriscono sull’epicondilo mediale. Questa condizione è meno comune dell’epicondilite laterale ma può essere altrettanto debilitante. Le attività che sovraccaricano i muscoli flessori dell’avambraccio, come il golf, il sollevamento pesi o lavori che richiedono presa forte, possono scatenarla.

Borsite dell’olecrano

La borsite dell’olecrano si caratterizza per l’infiammazione della borsa sierosa situata sulla punta del gomito. Questa condizione può essere causata da traumi diretti, appoggi prolungati del gomito su superfici dure, infezioni o patologie infiammatorie sistemiche come l’artrite reumatoide.

Sindrome del tunnel cubitale

La compressione del nervo ulnare a livello del gomito può causare dolore, intorpidimento e formicolio che si irradia verso la mano, interessando particolarmente il quarto e il quinto dito. Questa condizione può essere causata da posture prolungate con il gomito flesso o da traumi.

Fratture e lussazioni

I traumi acuti possono causare fratture delle ossa del gomito o lussazioni articolari, determinando dolore intenso, gonfiore e limitazione funzionale severa. Queste condizioni richiedono sempre valutazione medica urgente.

Sintomi del dolore al gomito

I sintomi associati al dolore al gomito variano significativamente in base alla causa sottostante, ma esistono manifestazioni comuni che possono aiutare nell’identificazione della patologia specifica.

Caratteristiche del dolore

Il dolore può essere acuto o cronico, localizzato o irradiato, e può presentare caratteristiche diverse a seconda della struttura anatomica coinvolta. Nell’epicondilite laterale, il dolore è tipicamente localizzato sull’epicondilo laterale e si irradia lungo l’avambraccio durante i movimenti di estensione del polso.

L’intensità del dolore può variare da un fastidio lieve durante specifiche attività fino a un dolore severo che interferisce con le normali attività quotidiane. Spesso il dolore è più intenso durante i movimenti attivi e può diminuire a riposo.

Rigidità e limitazione funzionale

La rigidità articolare, particolarmente evidente al mattino o dopo periodi di inattività, è comune in molte patologie del gomito. Questa rigidità può limitare significativamente i movimenti di flessione ed estensione, interferendo con attività semplici come portare oggetti alla bocca o estendere completamente il braccio.

La perdita di forza nella presa è frequente nelle epicondiliti e può rendere difficile sostenere oggetti anche di peso modesto, come una tazza di caffè o un libro.

Sintomi neurologici

Quando è coinvolto il sistema nervoso, come nella sindrome del tunnel cubitale, possono manifestarsi intorpidimento, formicolio e debolezza muscolare che interessano la mano e le dita. Questi sintomi possono essere intermittenti inizialmente e diventare costanti nelle fasi avanzate.

Segni locali

Il gonfiore localizzato può essere presente, specialmente nella borsite dell’olecrano dove può formarsi una tumefazione evidente sulla punta del gomito. La presenza di calore locale e arrossamento può indicare un processo infiammatorio acuto o un’infezione.

Diagnosi del dolore al gomito

La diagnosi delle cause del dolore al gomito richiede un approccio sistematico che combina valutazione clinica accurata ed esami strumentali mirati per identificare correttamente la patologia sottostante.

Valutazione clinica

L’anamnesi deve identificare l’insorgenza dei sintomi, i fattori scatenanti, le attività che aggravano o alleviano il dolore e la presenza di traumi precedenti. L’esame fisico include la valutazione dell’aspetto, della mobilità articolare e test specifici per ogni condizione.

I test provocativi, come il test di Cozen per l’epicondilite laterale o il test di flessione del gomito per la sindrome del tunnel cubitale, rappresentano strumenti diagnostici fondamentali per confermare la diagnosi clinica.

Esami strumentali

L’ecografia rappresenta l’esame di prima scelta per la valutazione delle patologie tendinee del gomito, permettendo di visualizzare ispessimenti, calcificazioni e alterazioni strutturali dei tendini. Questo esame può anche guidare eventuali procedure infiltrative.

Le radiografie sono utili per escludere fratture, calcificazioni o alterazioni ossee, mentre la risonanza magnetica è riservata ai casi complessi o quando si sospettano lesioni dei tessuti molli non visualizzabili con altri esami.

Trattamento del dolore al gomito

Il trattamento del dolore al gomito deve essere personalizzato in base alla causa specifica, alla gravità dei sintomi e alle caratteristiche individuali del paziente, seguendo generalmente un approccio conservativo iniziale.

Trattamento conservativo iniziale

Il riposo relativo rappresenta il primo passo terapeutico, evitando le attività che scatenano o aggravano il dolore. Questo non significa immobilizzazione completa, ma piuttosto la modificazione delle attività per ridurre il sovraccarico delle strutture interessate.

L’applicazione di ghiaccio per 15-20 minuti più volte al giorno può aiutare a controllare l’infiammazione e il dolore, specialmente nelle fasi acute. L’uso di fasce o tutori specifici può fornire supporto e ridurre la tensione sui tendini durante le attività.

Terapia farmacologica

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati per controllare dolore e infiammazione, preferibilmente per brevi periodi e sempre considerando eventuali controindicazioni. Il paracetamolo rappresenta un’alternativa per il controllo del dolore quando i FANS sono sconsigliati.

L’applicazione topica di gel antinfiammatori può fornire beneficio locale con minori effetti sistemici rispetto ai farmaci orali, rappresentando una valida opzione terapeutica.

Fisioterapia e riabilitazione

Il programma riabilitativo rappresenta il cardine del trattamento conservativo e deve essere iniziato precocemente per ottimizzare i risultati. Gli esercizi di stretching specifici aiutano a mantenere la flessibilità e ridurre le tensioni muscolari.

Gli esercizi eccentrici, che prevedono l’allungamento del muscolo durante la contrazione, hanno dimostrato particolare efficacia nel trattamento delle epicondiliti, promuovendo la rigenerazione del collagene tendineo e migliorando la funzione.

Terapie fisiche strumentali

Le terapie fisiche come ultrasuoni, laser terapia, tecarterapia e onde d’urto possono essere utilizzate come coadiuvanti per favorire la guarigione e ridurre l’infiammazione. Le onde d’urto extracorporee hanno mostrato efficacia particolare nelle epicondiliti croniche resistenti al trattamento conservativo.

Trattamenti infiltrativi

Le infiltrazioni con corticosteroidi possono fornire sollievo temporaneo dal dolore, ma devono essere utilizzate con parsimonia per il rischio di indebolimento tendineo. Le infiltrazioni con acido ialuronico o plasma ricco di piastrine (PRP) rappresentano alternative più sicure e con potenziale rigenerativo.

La proloterapia, che utilizza soluzioni irritanti per stimolare la guarigione naturale, può essere considerata nei casi cronici resistenti ai trattamenti convenzionali.

Prevenzione del dolore al gomito

La prevenzione del dolore al gomito si basa sull’identificazione e la correzione dei fattori di rischio, insieme all’adozione di strategie comportamentali e biomeccaniche appropriate per ridurre il sovraccarico delle strutture articolari.

Ergonomia e modifiche dell’ambiente

L’ottimizzazione della postazione di lavoro e l’utilizzo di strumenti ergonomici possono ridurre significativamente le sollecitazioni ripetitive sul gomito. L’altezza della scrivania, la posizione del mouse e della tastiera, e l’utilizzo di supporti per gli avambracci sono elementi cruciali.

Nel contesto sportivo, l’utilizzo di attrezzature appropriate, come racchette con impugnatura adeguata e tensione delle corde ottimizzata, può prevenire lo sviluppo di epicondiliti.

Condizionamento muscolare

Programmi di rinforzo muscolare equilibrato che includono sia i muscoli estensori che flessori dell’avambraccio aiutano a distribuire meglio i carichi e prevenire squilibri che predispongono alle tendinopatie.

Il mantenimento di una buona flessibilità attraverso stretching regolare dei muscoli dell’avambraccio e della spalla contribuisce a prevenire rigidità e tensioni eccessive sui tendini.

Progressione graduale delle attività

L’aumento progressivo dell’intensità e del volume delle attività, sia lavorative che sportive, permette ai tessuti di adattarsi gradualmente alle nuove richieste funzionali. Evitare aumenti improvvisi di carico rappresenta una strategia preventiva fondamentale.

Quando consultare un medico

Sapere quando consultare un medico per il dolore al gomito è essenziale per prevenire complicazioni e cronicizzazione del disturbo attraverso un intervento terapeutico tempestivo e appropriato.

Segnali di allarme

Alcuni sintomi richiedono valutazione medica immediata: dolore severo dopo un trauma, deformità evidente del gomito, incapacità di muovere l’articolazione, intorpidimento o formicolio persistente della mano, e presenza di segni di infezione come febbre, rossore e calore locale.

La comparsa improvvisa di debolezza muscolare significativa o la perdita di sensibilità nella mano possono indicare compromissione nervosa che richiede attenzione urgente.

Persistenza dei sintomi

Dolore che persiste per più di una settimana nonostante il riposo e l’uso di antinfiammatori, o che interferisce significativamente con le attività quotidiane e il sonno, merita valutazione medica per identificare la causa e pianificare un trattamento specifico.

La mancanza di miglioramento dopo 2-3 settimane di trattamento conservativo appropriato indica la necessità di rivalutazione medica e possibili approfondimenti diagnostici.

Recidive frequenti

Episodi ricorrenti di dolore al gomito possono indicare la presenza di fattori predisponenti non identificati o la necessità di modifiche più sostanziali delle attività o dell’ambiente. Una valutazione specialistica può aiutare a identificare le cause sottostanti e pianificare strategie preventive efficaci.

Complicazioni del dolore al gomito non trattato

Il dolore al gomito non adeguatamente trattato può evolversi verso la cronicizzazione, con alterazioni strutturali permanenti dei tendini e limitazioni funzionali durature che possono richiedere interventi più invasivi.

Cronicizzazione delle epicondiliti

Le epicondiliti non trattate possono evolvere verso forme croniche caratterizzate da degenerazione tendinea, calcificazioni e aderenze che rendono il trattamento più complesso e la guarigione più lenta.

Rigidità articolare

L’immobilizzazione prolungata o l’evitamento dei movimenti a causa del dolore può portare allo sviluppo di rigidità articolare (capsulite adesiva) che può richiedere trattamenti specifici per il recupero della mobilità.

Compromissione neurologica

Nelle sindromi da intrappolamento nervoso non trattate, può svilupparsi danno nervoso permanente con perdita di sensibilità e forza muscolare che può non essere completamente reversibile.

Approccio integrato al trattamento

La gestione ottimale del dolore al gomito richiede spesso un approccio multidisciplinare che combina diverse strategie terapeutiche per ottenere i migliori risultati clinici.

Educazione del paziente

L’educazione del paziente riguardo alla patologia, ai fattori aggravanti e alle modifiche comportamentali necessarie rappresenta un elemento cruciale del trattamento. La comprensione della condizione favorisce l’aderenza al trattamento e la prevenzione delle recidive.

Modifiche delle attività

L’identificazione e la modifica delle attività che contribuiscono al problema sono essenziali per il successo terapeutico. Questo può includere cambiamenti nelle tecniche di lavoro, nell’attrezzatura utilizzata o nella distribuzione dei carichi durante le attività quotidiane.

Follow-up e monitoraggio

Il monitoraggio regolare dell’evoluzione dei sintomi e della risposta al trattamento permette di apportare modifiche terapeutiche tempestive e ottimizzare l’outcome clinico. La rivalutazione periodica è particolarmente importante nelle forme croniche.

La gestione appropriata del dolore al gomito attraverso diagnosi accurata, trattamento personalizzato e strategie preventive efficaci permette nella maggior parte dei casi di ottenere una risoluzione completa dei sintomi e prevenire le recidive, mantenendo la piena funzionalità dell’articolazione.