La faringite, come curarla
La faringite è un’infiammazione della faringe, la parte posteriore della gola che si estende dalle tonsille fino all’inizio dell’esofago e della laringe.
Si tratta di una delle condizioni più comuni che spingono le persone a consultare il medico, soprattutto durante i mesi freddi. La faringite può manifestarsi in forma acuta, con insorgenza improvvisa e durata limitata, oppure in forma cronica, quando l’infiammazione persiste per settimane o mesi.
Sintomi comuni della faringite
Il sintomo principale della faringite è il mal di gola, che può variare da un semplice fastidio a un dolore intenso che rende difficile deglutire. Questa sensazione dolorosa tende a peggiorare quando si ingeriscono cibi o bevande, soprattutto se caldi o acidi, e può essere accompagnata da una sensazione di secchezza o prurito alla gola.
La difficoltà nella deglutizione, chiamata disfagia, rappresenta un sintomo caratteristico che molti pazienti descrivono come la sensazione di avere un corpo estraneo in gola o come se qualcosa graffiasse durante la deglutizione. Questo disagio può portare a ridurre l’assunzione di cibo e liquidi, con conseguente rischio di disidratazione, specialmente nei bambini e negli anziani.
L’arrossamento della gola è un segno visibile dell’infiammazione. Guardando in uno specchio con la bocca aperta, la parte posteriore della gola appare di colore rosso intenso, talvolta con presenza di placche biancastre o giallognole sulle tonsille, che indicano un possibile coinvolgimento batterico, in particolare da streptococco.
La febbre accompagna spesso la faringite, soprattutto nelle forme di origine infettiva. La temperatura può essere lieve, intorno ai 37,5-38°C, oppure più elevata, superando i 38,5°C nei casi più severi o quando l’infezione è di origine batterica. Insieme alla febbre possono comparire brividi, sudorazione e una sensazione generale di malessere. Per approfondire questo sintomo, consulta il nostro articolo sulla febbre negli adulti.
L’ingrossamento dei linfonodi del collo è un altro segno comune della faringite. I linfonodi, piccole ghiandole che fanno parte del sistema immunitario, si gonfiano in risposta all’infezione e diventano palpabili e dolenti alla pressione, specialmente sotto la mandibola e lungo i lati del collo.
Altri sintomi che possono accompagnare la faringite includono tosse secca e stizzosa, raucedine o alterazione della voce, naso chiuso o che cola, mal di testa, dolori muscolari e stanchezza generale. In alcuni casi si può avvertire dolore alle orecchie, causato dall’irradiazione del dolore dalla gola o dall’infiammazione che si estende alle tube di Eustachio.
Cause della faringite
La faringite può essere causata da diversi agenti patogeni e fattori ambientali. Le infezioni virali rappresentano la causa più frequente, responsabili di circa il 70-80% dei casi di faringite acuta. I virus più comuni includono i rhinovirus, responsabili del raffreddore comune, il virus dell’influenza, i coronavirus, il virus di Epstein-Barr che causa la mononucleosi, e gli adenovirus.
Le infezioni batteriche, sebbene meno frequenti, sono comunque importanti da identificare perché richiedono un trattamento antibiotico specifico. Lo Streptococcus pyogenes, o streptococco beta-emolitico di gruppo A, è il batterio più comunemente coinvolto nella faringite batterica, soprattutto nei bambini in età scolare. Questa forma di faringite, nota come faringite streptococcica, se non trattata adeguatamente può portare a complicanze serie come la febbre reumatica o la glomerulonefrite.
Fattori irritativi non infettivi possono anch’essi causare faringite. L’esposizione prolungata al fumo di sigaretta, sia attivo che passivo, irrita la mucosa della gola provocando infiammazione cronica. L’inquinamento atmosferico, la respirazione di aria secca o troppo calda, l’inalazione di sostanze chimiche irritanti e gli allergeni ambientali come pollini, polvere o peli di animali possono scatenare o peggiorare l’infiammazione faringea.
Il reflusso gastroesofageo rappresenta un’altra possibile causa di faringite, soprattutto nelle forme croniche. Gli acidi gastrici che risalgono dall’esofago verso la gola irritano la mucosa faringea, causando infiammazione persistente, sensazione di bruciore e necessità frequente di schiarirsi la voce.
L’uso eccessivo della voce, come urlare, cantare per periodi prolungati o parlare ad alto volume, può causare un’infiammazione meccanica della faringe. Questa condizione è particolarmente comune in professioni che richiedono l’uso intensivo della voce, come insegnanti, cantanti o operatori di call center.
Come si cura la faringite
Il trattamento della faringite dipende dalla causa sottostante. Nelle forme virali, che costituiscono la maggioranza dei casi, la terapia è principalmente sintomatica, volta cioè ad alleviare i disturbi mentre il sistema immunitario combatte l’infezione. Gli antibiotici non sono efficaci contro i virus e il loro uso inappropriato contribuisce allo sviluppo di resistenze batteriche.
Per alleviare il dolore e ridurre la febbre si possono utilizzare farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene o analgesici come il paracetamolo. Questi medicinali aiutano a controllare il dolore alla gola, riducono l’infiammazione e abbassano la temperatura corporea quando è presente febbre. È importante seguire le dosi consigliate e non superare la durata di trattamento raccomandata.
I gargarismi con soluzioni saline o antisettiche possono offrire sollievo temporaneo dal dolore e aiutare a mantenere pulita la gola. Si possono preparare facilmente a casa sciogliendo mezzo cucchiaino di sale in un bicchiere di acqua tiepida. I gargarismi vanno effettuati più volte al giorno, trattenendo il liquido in gola per alcuni secondi prima di sputarlo.
Le pastiglie e gli spray per la gola contenenti anestetici locali o sostanze lenitive possono ridurre temporaneamente il fastidio e il dolore. Questi prodotti creano un film protettivo sulla mucosa infiammata e alcuni hanno anche proprietà antisettiche. È importante non abusarne e seguire le indicazioni riportate sulla confezione.
Mantenere un’adeguata idratazione è fondamentale durante la faringite. Bere molti liquidi, preferibilmente acqua a temperatura ambiente o bevande calde come tisane e brodi, aiuta a mantenere umida la gola, facilita la deglutizione e previene la disidratazione. Il miele, aggiunto a bevande calde, può avere un effetto lenitivo sulla gola irritata, ma non deve essere somministrato a bambini sotto l’anno di età.
L’umidificazione dell’ambiente, soprattutto durante la notte, può alleviare il disagio causato dall’aria secca che irrita ulteriormente la mucosa faringea. Si possono utilizzare umidificatori o semplicemente posizionare contenitori d’acqua vicino ai termosifoni.
Quando la faringite è di origine batterica, confermata da un tampone faringeo positivo per streptococco, è necessario il trattamento antibiotico. L’amoxicillina è solitamente l’antibiotico di prima scelta, ma in caso di allergia alla penicillina possono essere prescritti macrolidi o altri antibiotici alternativi. È fondamentale completare l’intero ciclo di terapia antibiotica come prescritto dal medico, anche se i sintomi migliorano prima, per eradicare completamente l’infezione e prevenire complicanze.
Il riposo vocale è importante, soprattutto se la faringite è causata o aggravata dall’uso eccessivo della voce. Evitare di gridare, sussurrare o parlare per periodi prolungati permette alla mucosa faringea di recuperare più rapidamente.
Come si capisce se si ha la faringite
Riconoscere la faringite è generalmente abbastanza semplice grazie alla presenza di sintomi caratteristici. Il mal di gola persistente, che peggiora con la deglutizione, rappresenta il campanello d’allarme principale. Se osservando la gola allo specchio si nota un arrossamento marcato della parte posteriore, questo conferma la presenza di infiammazione.
La distinzione tra faringite virale e batterica può essere più complessa e richiede spesso una valutazione medica. Alcuni elementi possono fornire indizi sulla natura dell’infezione: la faringite virale si accompagna più frequentemente a sintomi del raffreddore come naso che cola, tosse, congiuntivite e raucedine. La febbre, quando presente, tende a essere moderata.
La faringite batterica, invece, si manifesta tipicamente con esordio improvviso, febbre elevata, placche biancastre sulle tonsille, linfonodi del collo molto ingrossati e dolenti, assenza di tosse e sintomi respiratori. Nei bambini possono comparire anche cefalea, dolore addominale e nausea.
Solo attraverso un esame obiettivo e, quando necessario, un tampone faringeo rapido o una coltura, il medico può confermare con certezza l’origine batterica della faringite e decidere se è indicato il trattamento antibiotico. L’autodiagnosi e l’autoterapia con antibiotici senza prescrizione medica sono pratiche sconsigliate che possono portare a resistenze batteriche e complicazioni.
Quando consultare un medico
È consigliabile rivolgersi al medico quando il mal di gola è particolarmente intenso, persiste per più di tre-quattro giorni senza miglioramenti, oppure si accompagna a febbre elevata superiore a 38,5°C che non risponde agli antipiretici. La presenza di placche visibili sulle tonsille o di linfonodi del collo molto ingrossati e dolenti richiede una valutazione medica.
Altri segnali che devono spingere a consultare un medico includono difficoltà respiratorie o sensazione di soffocamento, impossibilità a deglutire saliva o liquidi, comparsa di sangue nel catarro o nella saliva, dolore che si irradia a un solo lato della gola in modo marcato, o la comparsa di eruzioni cutanee associate al mal di gola.
Nei bambini piccoli è importante prestare particolare attenzione a segni come rifiuto del cibo e dei liquidi, eccessiva salivazione, irritabilità marcata, difficoltà respiratorie o febbre alta persistente. Anche una faringite che tende a ripresentarsi frequentemente merita un approfondimento per identificare eventuali cause sottostanti o fattori predisponenti.
Per una valutazione accurata dei disturbi della gola e delle vie respiratorie superiori, è consigliabile sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica, che permette di esaminare in modo approfondito faringe, laringe e le strutture correlate.
Quanti giorni dura una faringite
La durata della faringite varia a seconda della causa. Le forme virali tendono a risolversi spontaneamente nel giro di 5-7 giorni, con un miglioramento graduale dei sintomi già dopo i primi 2-3 giorni. Durante questo periodo, il trattamento sintomatico aiuta a gestire il disagio mentre il sistema immunitario elimina l’infezione.
La faringite batterica trattata con antibiotici mostra solitamente un miglioramento significativo entro 24-48 ore dall’inizio della terapia. È comunque importante completare l’intero ciclo di antibiotici prescritto, che dura generalmente 7-10 giorni, per assicurare l’eradicazione completa dell’infezione.
Le forme croniche di faringite, causate da fattori irritativi come fumo, reflusso o allergeni, possono persistere per settimane o mesi se non si interviene sulla causa scatenante. In questi casi, oltre al trattamento sintomatico, è fondamentale eliminare o ridurre l’esposizione ai fattori irritanti per favorire la guarigione e prevenire le recidive.