
Ernia del disco: cause, sintomi, diagnosi e trattamento
L’ernia del disco rappresenta una delle patologie più comuni della colonna vertebrale, caratterizzata dalla fuoriuscita del nucleo polposo attraverso lacerazioni dell’anello fibroso del disco intervertebrale. Questa condizione può causare dolore intenso e sintomi neurologici quando il materiale discale comprime le radici nervose o il midollo spinale.
Comprendere le cause che determinano la degenerazione e la rottura del disco, riconoscere i sintomi caratteristici, conoscere i metodi di diagnosi accurata e le diverse opzioni di trattamento disponibili è fondamentale per gestire efficacemente questa patologia e recuperare la funzionalità.
Anatomia del disco intervertebrale
I dischi intervertebrali sono strutture fibrocartilaginee situate tra le vertebre che fungono da ammortizzatori naturali della colonna vertebrale. Ciascun disco è composto da un nucleo polposo centrale, gelatinoso e ricco di acqua, circondato da un anello fibroso resistente costituito da strati concentrici di fibre di collagene.
L’ernia del disco si verifica quando l’anello fibroso si lacera permettendo al nucleo polposo di fuoriuscire. Questa protrusione può comprimere le strutture nervose adiacenti, causando dolore e deficit neurologici. Le ernie sono più comuni nelle regioni lombari e cervicali, dove la colonna è più mobile.

Cause dell’ernia del disco
Le cause dell’ernia del disco sono multifattoriali e coinvolgono processi degenerativi naturali accelerati da fattori meccanici, genetici e legati allo stile di vita che compromettono l’integrità strutturale del disco.
Degenerazione discale
Il processo degenerativo rappresenta la causa principale dell’ernia discale. Con l’invecchiamento, i dischi intervertebrali perdono gradualmente il loro contenuto di acqua, diventando meno elastici e più suscettibili a lacerazioni. Questa degenerazione inizia tipicamente nella terza decade di vita e progredisce con l’età.
La disidratazione del nucleo polposo riduce la capacità ammortizzante del disco, aumentando lo stress sull’anello fibroso. Le piccole lacerazioni che si formano nel tempo possono coalescare creando vie di fuga per il materiale nucleare.
Fattori meccanici
I movimenti ripetitivi di flessione, estensione e rotazione della colonna, particolarmente quando combinati con il sollevamento di pesi, aumentano lo stress sui dischi intervertebrali. Posture scorrette mantenute per lunghi periodi, come la posizione seduta prolungata con schiena curva, accelerano la degenerazione.
Traumi acuti, come cadute, incidenti automobilistici o sollevamento improvviso di carichi pesanti con tecnica scorretta, possono causare ernia discale in dischi già indeboliti da processi degenerativi subclinici.
Fattori genetici
La predisposizione genetica gioca un ruolo importante nella degenerazione discale precoce. Polimorfismi genetici che influenzano la struttura del collagene, la composizione della matrice extracellulare e i processi infiammatori possono aumentare la suscettibilità all’ernia discale.
La familiarità per ernia del disco aumenta significativamente il rischio individuale, suggerendo una forte componente ereditaria nella patologia.
Fattori di rischio modificabili
L’obesità aumenta il carico meccanico sulla colonna vertebrale, accelerando la degenerazione discale. Ogni chilogrammo in eccesso incrementa la pressione sui dischi lombari durante le attività quotidiane.
Il fumo di sigaretta riduce l’apporto di ossigeno e nutrienti ai dischi, già naturalmente poco vascolarizzati, accelerando i processi degenerativi. Anche la sedentarietà contribuisce all’indebolimento della muscolatura di supporto della colonna.
Sintomi dell’ernia del disco
I sintomi dell’ernia del disco variano significativamente in base alla localizzazione dell’ernia, alle dimensioni della protrusione, al grado di compressione delle strutture nervose e alla presenza di infiammazione locale.
Dolore lombare e cervicale
Il dolore localizzato alla regione della colonna interessata rappresenta spesso il sintomo iniziale. Nell’ernia lombare, il dolore si concentra nella parte bassa della schiena e può essere acuto e lancinante o sordo e continuo.
L’ernia cervicale causa dolore al collo che può irradiarsi alle spalle. Il dolore tipicamente peggiora con movimenti specifici come la flessione anteriore, la rotazione o la tosse e gli starnuti, che aumentano la pressione intradiscale.
Radicolopatia
Quando l’ernia comprime una radice nervosa, si manifesta dolore radicolare che segue il decorso del nervo coinvolto. La sciatica, causata da ernia lombare che comprime le radici nervose L4-S1, determina dolore che si irradia dal gluteo lungo la parte posteriore della coscia, il polpaccio e talvolta fino al piede.
La cervicobrachialgia, conseguente a ernia cervicale, provoca dolore che si irradia dalla spalla lungo il braccio fino alla mano, seguendo il territorio di distribuzione della radice nervosa compressa.
Sintomi neurologici sensitivi
L’intorpidimento e il formicolio rappresentano sintomi comuni quando la compressione nervosa interferisce con la trasmissione degli impulsi sensoriali. Questi sintomi seguono il territorio di innervazione della radice compressa, permettendo di localizzare il livello dell’ernia.
La parestesia può manifestarsi come sensazione di “spilli e aghi”, bruciore o riduzione della sensibilità al tatto. Nelle forme severe può svilupparsi anestesia completa in specifiche aree cutanee.
Deficit motori
La compressione nervosa prolungata o severa può causare debolezza muscolare nei muscoli innervati dalla radice compressa. Nell’ernia lombare può manifestarsi difficoltà nella dorsiflessione del piede o nella plantarflessione, mentre nell’ernia cervicale può compromettere la presa della mano o i movimenti del braccio.
L’atrofia muscolare può svilupparsi quando la compressione persiste a lungo senza trattamento adeguato.
Sindrome della cauda equina
Questa rappresenta un’emergenza neurochirurgica causata da ernia lombare massiva che comprime multiple radici nervose della cauda equina. I sintomi includono anestesia perineale, perdita del controllo vescicale e intestinale, deficit motori bilaterali degli arti inferiori e disfunzione sessuale.
Diagnosi dell’ernia del disco
La diagnosi dell’ernia del disco richiede un approccio sistematico che combina valutazione clinica accurata ed esami strumentali specifici per confermare la presenza dell’ernia, localizzarla precisamente e valutare il grado di compressione nervosa.
Valutazione clinica
L’anamnesi deve esplorare le caratteristiche del dolore, la sua distribuzione, i fattori scatenanti e allevianti, la presenza di deficit neurologici e l’impatto funzionale. L’esame neurologico valuta la forza muscolare, i riflessi osteotendinei, la sensibilità cutanea e i segni di tensione radicolare.
Test specifici come il test di Lasègue per le ernie lombari o il test di Spurling per quelle cervicali possono riprodurre il dolore radicolare, supportando il sospetto diagnostico.
Risonanza magnetica
La risonanza magnetica nucleare rappresenta l’esame di imaging gold standard per la diagnosi di ernia discale. Questo esame fornisce immagini dettagliate dei tessuti molli, permettendo di visualizzare il disco, le radici nervose, il midollo spinale e i tessuti circostanti.
La RM identifica la localizzazione precisa dell’ernia, le sue dimensioni, la direzione della protrusione e il grado di compressione sulle strutture neurali. Distingue inoltre tra ernie contenute (protrusioni) ed ernie espulse.
Tomografia computerizzata
La TC può essere utilizzata quando la RM è controindicata o non disponibile. Fornisce eccellenti dettagli delle strutture ossee e può identificare stenosi del canale spinale, ma è meno accurata della RM per la valutazione dei tessuti molli e dei dischi.
Elettromiografia
L’elettromiografia e gli studi di conduzione nervosa possono essere utili per confermare il danno radicolare, localizzare il livello della lesione e valutare la gravità del coinvolgimento nervoso. Questi test sono particolarmente utili quando i reperti clinici e di imaging sono discordanti.
Trattamento dell’ernia del disco
Il trattamento dell’ernia del disco segue un approccio graduale che inizia generalmente con terapie conservative e procede verso opzioni più invasive solo quando necessario, personalizzando l’intervento in base alla gravità dei sintomi e alla risposta terapeutica.
Trattamento conservativo
La maggior parte delle ernie discali risponde favorevolmente al trattamento conservativo. Il riposo relativo per alcuni giorni può essere utile nelle fasi acute, ma l’immobilizzazione prolungata è controproducente e può causare decondizionamento muscolare.
I farmaci antinfiammatori non steroidei rappresentano la prima linea di trattamento farmacologico per controllare dolore e infiammazione. Gli analgesici come il paracetamolo possono essere utilizzati per il controllo del dolore.
Terapia fisica e riabilitazione
La fisioterapia rappresenta il cardine del trattamento conservativo. Inizialmente si concentra sul controllo del dolore attraverso terapie fisiche come tens, ultrasuoni o terapia manuale. Successivamente vengono introdotti esercizi di stretching e rinforzo muscolare.
Il metodo McKenzie è particolarmente efficace per alcune ernie lombari, utilizzando esercizi specifici di estensione per centralizzare il dolore e favorire il riassorbimento dell’ernia.
Infiltrazioni epidurali
Le infiltrazioni epidurali con corticosteroidi possono essere considerate quando il dolore radicolare persiste nonostante il trattamento conservativo. Queste iniezioni riducono l’infiammazione locale e possono fornire sollievo temporaneo significativo, permettendo una migliore partecipazione alla riabilitazione.
Trattamento chirurgico
La chirurgia è indicata quando si verificano deficit neurologici progressivi, sindrome della cauda equina, dolore intrattabile non responsivo al trattamento conservativo per 6-12 settimane, o compromissione significativa della qualità di vita.
La microdiscectomia rappresenta l’intervento standard per l’ernia lombare, consistendo nella rimozione del materiale erniato attraverso una piccola incisione con l’aiuto del microscopio operatorio. Per le ernie cervicali, la discectomia anteriore con fusione rappresenta l’approccio più comune.
Le tecniche mini-invasive, come la discectomia endoscopica, offrono il vantaggio di incisioni più piccole, minor trauma tissutale e recupero più rapido, sebbene non siano appropriate per tutti i tipi di ernia.
Prevenzione e gestione a lungo termine
La prevenzione dell’ernia discale e delle recidive si basa sull’adozione di comportamenti protettivi per la colonna vertebrale e sul mantenimento di uno stile di vita sano.
Rafforzamento muscolare
Un programma regolare di esercizi per rinforzare la muscolatura del core, inclusi addominali, paravertebrali e muscoli pelvici, fornisce supporto dinamico alla colonna vertebrale riducendo lo stress sui dischi.
Ergonomia e postura
Mantenere posture corrette durante le attività quotidiane e lavorative riduce il carico anomalo sui dischi. L’ergonomia della postazione di lavoro, l’uso di sedie adeguate e pause frequenti durante la posizione seduta prolungata sono essenziali.
Controllo del peso e cessazione del fumo
Mantenere un peso corporeo adeguato riduce il carico meccanico sulla colonna. Smettere di fumare migliora la nutrizione dei dischi e rallenta i processi degenerativi.
Prognosi
La prognosi dell’ernia discale è generalmente favorevole, con circa il 90% dei pazienti che sperimenta significativo miglioramento con il trattamento conservativo entro 6-12 settimane. Il riassorbimento spontaneo dell’ernia può verificarsi nel tempo attraverso processi biologici naturali.
Dopo trattamento chirurgico, il tasso di successo è elevato con miglioramento significativo del dolore radicolare nel 85-95% dei casi. Il rischio di recidiva erniaria dopo discectomia è del 5-15%.
La gestione appropriata dell’ernia del disco attraverso diagnosi accurata, trattamento personalizzato e adozione di strategie preventive permette nella maggior parte dei casi di ottenere un buon controllo dei sintomi e recuperare la piena funzionalità, riducendo il rischio di progressione e complicazioni.